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L'ON. JOSEPF LANGONE

Tratto da "La Basilicata nel Mondo " 1924/1927

L’italiano che si reca a Boston, anche per una brevissima gita, non può fare a meno di conoscere un degno figlio della Basilicata, l’on. Giuseppe Langone, oriundo di Marsiconuovo; non solo perché Langone è uno dei cittadini eminenti della colonia, ma perché è la personificazione dell’espansività e della sentimentalità italiana. Per lui ogni connazionale che arriva a Boston e un amico cui bisogna porgere aiuto e consiglio, ogni comprovinciale è un fratello; la voce della Patria lo commuove, la voce della provincia natale lo esalta.

Egli è che nel cuore di questo forte figlio della nostra terra i sentimenti di italianità e di solidarietà nazionale sono impiantati con radici profonde, che quarant’anni di vita americana non sono riusciti ad indebolire.

È cittadino americano —e degnissimo.

All’ America deve la sua fortuna, laggiù ha creato la sua famiglia, ma la

vita americana ha trasformato in lui soltanto l’abito esteriore il pensiero, il cuore, il temperamento sono rimasti italiani.

È infatti rimasto un sentimentale, pur cresciuto in un ambiente di brutale materialismo; un altruista ed un prodigo, nella terra dove il primo Dio è l’oro ed il primo canone di vita l'egoismo.

Incarna il tipo di quello che dovrebbe essere il perfetto emigrato non rinnega ma ama, per sentimento, la terra di

origine, pur non essendo ormai ad essa legato da alcuno interesse materiale, e di pari affetto, misto a gratitudine, ama la terra che gli offrì lavoro e fortuna. È pertanto un modello di cittadino italo-americano, degno della gloria della terra degli avi e della grandezza della terra di adozione.

La sua vita e un esempio mirabile delle qualità della stirpe — che negli emigranti trova la manifestazione più alta e più forte — vita intessuta di ardimento, di intelligenza, di lavoro, di tenacia, di parsimonia.

Figlio di modestissimi agricoltori di Marsiconuovo, all’età di otto anni emigrò per l’America; per l’America, ho detto che egli non aveva né una meta né un obbiettivo preciso si era agli albori dell’emigrazione italiana,quando non ancora si erano stabiliti i densi legami di regione, di campanile, di parentado fra i figli d’Italia divisi dall’immensità degli Oceani. La sua meta era di raggiungere il Continente dove si diceva la terra essere più feconda e la vita meno dura, l’obbiettivo era di formarsi una posizione coll’ardimento ed il lavoro.

Lo imbarcarono su uno di quei velieri che facevano il carico della tonnellata-uomo; il veliero, annunziato in partenza pel Sud America, fece rotta invece, non so per quale intervenuta circostanza, pel Nord e sbarcò il suo carico umano nella baia di Boston, cioè in uno dei porti più settentrionali degli Stati Uniti. Così il giovanetto Langone, dopo lunga e laboriosa traversata, si trovò sbalzato dalle dolci e silenti campagne di Marsiconuovo nel focolaio ardente della più antica città americana, dove già la vita aveva assunto il ritmo febbrile e vertiginoso che si è poi diffuso a tutta la Federazione.

Solo, giovanissimo, senza il conforto di parenti, senza aiuti, percorse tutto il calvario cui andavano incontro i pionieri dell’emigrazione italiana: fu venditore di giornali agli angoli delle strade, poi, quando le forze glielo consentirono, manovale in lavori edilizi, in seguito assistente di lavori.

Intanto il suo animo si temprava, la mente si sviluppava, la cultura si allargava, diventava padrone della lingua.

Quando ebbe raccolto un modesto peculio, frutto di tenace lavoro e di rigorosa parsimonia, con coraggio e con fede si lanciò negli affari e, da lavoratore, divenne businessman; nel campo degli affari, pur tanto difficile in Nord America, il suo ingegno e la sua iniziativa ebbero maggiore opportunità di manifestarsi ed in breve periodo di anni potette crearsi una posizione sociale ed economica di prim’ordine. Ma il successo non lo ha ubriacato, egli ricorda sempre con orgoglio ed a titolo di onore i modesti natali e la dura carriera percorsa.

Raggiunta l'indipendenza economica, non ha saputo resistere alla seduzione della politica; però concepisce la politica non come mezzo per sostenere i propri affari, come mezzana di reconditi interessi, bensì come la soddisfazione di una nobile ambizione, il campo dove esplicare la sua esuberante attività, un mezzo per far onore a sé stesso ed alla patria di origine, che è sempre nei suoi pensieri.

Di Langone uomo politico voglio accennare un’altra dote certamente eccezionale in un uomo che non ha avuto tempo di studiare e da dedicare alla propria cultura: egli che, come è naturale, parla male l'Italiano, non solo conosce benissimo l'inglese, quanto in questa lingua, è oratore caldo e suadente che sa ottenere effetti di rilevante efficacia sulle masse.

Questo, in brevi tratti, il degno figlio della Basilicata che, una sua recente breve visita, Marsiconuovo onorò con giustificato orgoglio materno.

Ma simili italiani meritano essere conosciuti ed onorati al di fuori della ristretta cerchia del paesello natale, e la Basilicata nel Mondo, svolgendo il programma di diffusione del nome e dell’opera dei migliori figli della Lucania, compie non solo opera di encomiabile regionalismo ma di alta italianità.


Tratto da "La Basilicata nel Mondo " 1924/1927

Autore: DOTT. FRANCESCO PICCININNI

 

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